Oltre all’ostilità stimolata dal puro e semplice fatto che una religione è “nuova” (in società in cui il presupposto generale predominante è che la religione è necessariamente “vecchia”), la varietà delle nuove religioni contemporanee è tale che ciascuna di esse può essere attaccata per una qualche caratteristica specifica di se stessa. Tali accuse possono divergere fino al punto di pura illogicità. Quindi, mentre alcune nuove religioni, che incoraggiano i loro fedeli a partecipare alle convenzionali attività di vita giornaliera, attraggono critiche perché si dice che sembrano “infiltrarsi” nei principali istituti e attività sociali, altri gruppi che praticano il comunitarismo sono condannati per il loro separato stile di vita comunitario e per allontanare le persone dalla società tradizionale. Alcune sono rimproverate per i loro orientamenti edonistici e i loro atteggiamenti permissivi nei confronti della sessualità e dell’uso di droghe; altre ricevono nondimeno una condanna ostile per indurre i giovani a sostenere uno stile di vita estremamente ascetico. In un’era in cui un’ampia varietà di forze sociali stimolano la rottura della famiglia moderna, sono le nuove religioni ad essere spesso additate come quelle che “rompono le famiglie” e che devono perciò affrontare quell’accusa. Tali accuse sono perennemente scagliate contro i nuovi movimenti, forse con non più ragione di quanta ne avessero simili incriminazioni quando venivano mosse contro movimenti monastici nei secoli passati.